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Arte, Cultura e Territorio

Ceselli e la chiesa di San Michele Arcangelo

Il Castello di Ceselli sorse tra XIII e XIV sec. sulla riva destra del fiume Nera e conserva ancora l’antico impianto urbanistico caratterizzato da una rampa centrale che si snoda tra due porta di accesso e da alcune trasversali che si irradiano verso le antiche mura. Il borgo si è poi allungato verso la strada statale ed è caratterizzato da case di pendio strutturate su più livelli. Un più antico insediamento sorgeva sul colle a monte. A Ceselli confluivano sia la strada di valle proveniente da Colleponte sia quella che scendeva da Monte San Vito e che attraversava la strada della Valnerina e il fiume ad Osteria di Ceselli, importante luogo di transito nel medioevo. Proprio in questo luogo nel 1831 il Vescovo di Spoleto Giovanni Maria Mastai Ferretti, futuro Pio IX, fuggì a piedi dalla città che era insorta contro il governo pontificio e sostò all’Osteria chiedendo di essere accompagnato a Leonessa, luogo in cui voleva rifugiarsi in quanto parte del Regno di Napoli ma dipendente da Spoleto. Lo accompagnò il figlio dell’oste Marcello Mercantini scortandolo nella notte a dorso di un mulo. Piccolo comune al pari di Scheggino a cui venne unito nel 1875 fu sempre fedele al ducato di Spoleto. Nel timbro e nello stemma comunale di Ceselli è presente la figura di San Michele Arcangelo nell’atto di uccidere il drago. E proprio a questo Santo è dedicata la chiesa principale del paese costruita sulla sommità del borgo.

Essa fu edificata nel XIV sec. utilizzando come abside la torre poligonale del cassero poi trasformata in campanile. L’edificio ha subito modifiche nel corso dei secoli fino all’attuale assetto ottocentesco a navata unica e con scalinata esterna. L’interno conserva alcuni affreschi della precedente chiesa parrocchiale del XV-XVI sec. dedicata a San Sebastiano. Sulla parete destra è presente una tela con San Vito incoronato da angeli del 1664 e nell’abside due affreschi rappresentanti Crocifissione e Santi del 1603 e due Madonne con bambino del 1525. Tracce di affreschi del XVI sec. sono stati rinvenuti nella sacrestia.